I DINTORNI > Minturno
Minturno è situata in alto (146 metri sul livello del mare) su una collina che guarda la vasta pianura del
Garigliano. Ha conservato fino al 1879 il nome originario di Traetto.
Il paese, costruito a partire dalla fine
del VI secolo d.C., ha una tipica struttura medioevale: fu cinto da mura con torri quadrate e circolari, in
cui si aprono porte.
Si sviluppa lungo un asse viario, con tracciato rettilineo fino alla cattedrale.
All'ingresso del paese, fuori le mura, su una piccola piazza si affaccia la chiesa dell'Annunziata. La sua
costruzione risale al XIV secolo e presenta una struttura con nartece ed archi nella facciata ed un campanile
arretrato sulla sinistra. In stile gotico edificato per volere della famiglia Minutilli. Ha subito varie
ristrutturazioni per i danneggiamenti apportati dai Turchi (1552) dalle truppe franco-polacche (1799) e
dall'ultimo conflitto mondiale. Nel corso di una ristrutturazione del 1930 sono venuti alla luce splendidi
affreschi trecenteschi.
Continuando la salita si raggiunge piazza Roma, con un belvedere da cui si può ammirare la fascia costiera
con il promontorio di Gianola e, sullo sfondo, il promontorio di Gaeta. Verso sud l'occhio corre sino al golfo
di Napoli. Su questa piazza si affaccia la chiesa di S.Francesco, voluta da Rodrigo Caetani, e realizzata
dal successore Onorato I Caetani nel 1363.
Questa chiesa appare oggi molto restaurata nelle strutture murarie, lasciate con le pareti di pietra viva a vista. L'interno è ad una sola navata, molto semplice. Degna di nota è una fronte di urna cineraria romana con festoni,
inserita nella parete di sinistra, mentre nella parete di destra sono i resti di un interessante affresco
raffigurante la “Madonna delle Grazie”.
In suo onore si svolge ogni anno la tradizionale Sagra delle Regne (dei covoni di grano), antica festa popolare
minturnese, di origine pagana e portata al rango delle grandi manifestazioni flocloristiche dall'associazione
Pro Minturno nel 1954. Si deve alla medesima associazione – oltre all'iniziativa di aprire una stabile stagione di
spettacoli nel teatro romano della città a partire dal 1960 – anche la costituzione del primo gruppo folcloristico
della provincia di Latina: il costume femminile popolare, fino a pochi anni fa, era ancora usualmente indossato
dalle persone anziane come costume giornaliero.
La compagnia di ballo popolare del gruppo folcloristico minturnese, che usa costumi autentici ed ha fatto
eseguire nuovi costumi sulla falsariga di quelli originali, ha il merito di prolungare la vita di un costume
che è tra i più belli d'Italia, con i suoi colori, dei suoi fili d'oro e dei suoi ricami.
In una gara internazionale per le nozze dell'allora Principe Umberto, questo costume riportò il primo premio
su oltre 500 presentati, tra italiani e stranieri: il suo nome, coloritamente , è la Pacchiana.
Sono stati sistemati nel vicino convento otto grandi tele dell'artista Cristoforo Sparagna, illustranti la
storia della chiesa.
Parte dell'antico convento è oggi sede del Municipio. Da notare, inoltre, un ricco portale marmoreo del 500
nel palazzo comunale, ricavato dall'antico convento dei Francescani (sec. XIV), del qual rimane il chiostro
disadorno con nove archi. Nel centro del cortile si nota un puteale in pietra calcarea. Sempre su piazza Roma
si visita il Castello che si erge maestoso nell'angolo sud-ovest della piazza. Ha forma trapezoidale. La torre,
originariamente alta 60 metri, caratterizzava la vista del paese per chi vi si avvicinava, fu distrutta da
un fulmine nel secolo scorso. Se ne possono intuire le proporzioni in un dipinto sito nella cattedrale
(Madonna delle Grazie e S.Vittore).
Il castello fu costruito per volere di Papa Leone III (795-816). Nel 1108 passò ai Dell'Aquila. Fu residenza
dei Caetani ed ospitò illustri personaggi: S.Tommaso d'Aquino (1272), Alfonso D'Aragona (1452), Isabella
Colonna, Giulia Gonzaga. L'ingresso ci porta in un piccolo cortile con porticato a sesto acuto e finestre bifore.
A sinistra è una comoda scalinata che dà accesso alle stanze ed alla grande Sala dei Baroni.
Il castello venne danneggiato nel 1799 dai francesi e soprattutto nell'ultimo conflitto mondiale.
Varie sono state in tempi recenti le fasi di restauro. Da piazza Roma si imbocca piazza Mercato, che costeggia
uno dei lati del castello. Dopo pochi metri si vede, in fondo, una statua di personaggio virile, clamidato,
stante del tardo impero, detto dal popolo “Sepeone”, proveniente probabilmente dall'antica Minturnae.
Adiacente corso Vittorio Emanuele, anticamente pavimentato con basoli di pietra lavica, presenta sulla destra
una serie di vicoli da cui si vedono squarci panoramici sulla sottostante vallata.
Dopo un centinaio di metri si raggiunge la cattedrale di S.Pietro. Edificata nel XII secolo subì vari
rimaneggiamenti e fu ampliata nel XVII secolo. Si entra nella chiesa, che ha un'alta gradinata di accesso,
da un portico che ingloba il campanile attraverso attraverso il cui basamento su arcate si accede all'ingresso
vero e proprio. Nel portico sono numerosi frammenti architettonici romani ed epigrafi.
La chiesa presenta una pianta a croce latina con tre navate.
Nell'interno degno di attenzione è il candelabro del cero pasquale, risalente al 1264, attribuito a Peregrino da Sessa, ed il pergamo del XIII secolo, opera di mastri cosmateschi, poggiante su sei colonne aventi ai lati due balaustre raffiguranti, a sinistra, il pistrice che ingoia Giona, a destra il pistrice che rigetta Giona, decorazione comune a molti pulpiti dell'Italia meridionale.
Di grande interesse è anche la Cappella del Sacramento, rivestita di marmi policromi e stucchi dorati e
che ha come ornamento una tela rappresentante “L'Ultima Cena”, opera della scuola di Andrea da Salerno detto
il Sabatino. Dietro l'altare maggiore si possono ammirare alcuni affreschi raffiguranti la Madonna della neve
e la Madonna delle Grazie.
La navata centrale è coperta con cassettone ligneo a riquadri e rosoni centrali dorati. Al centro c'è lo stemma
con la tiara papale e le chiavi di S.Pietro. Minturno mostra pure numerose colonne antiche agli angoli dei vicoli
degradanti verso la piana del Garigliano, resti medioevali in alcune case, una caratteristica via di
circonvallazione (supportico) in cui si aprono tre porte (porta Cappella, porta Santo Stefano e Porta Nuova).
Nella contrada di Fontana Perrelli una graziosa chiesetta, (XIV sec.) originariamente dedicata a S.Maria in Bethlem. Attualmente vi si venera la “Madonna della Libera”. La chiesa esternamente presenta un grazioso portico a tre archi gotici, sostenuto da due colonne rotonde.